Stupendo trekking insieme a un bel gruppo in posti meravigliosi. Questa volta ho provato l’ “ebbrezza” di essere guidato e devo perciò ringraziare la mia amica Giorgia che, da profonda conoscitrice di questi posti, mi ha fatto l’onore di rendermi partecipe delle sue esperienze. In Casentino ero venuto altre volte ma non mi ero addentrato così profondamente nelle sue bellezze. Bellezze che devo dire uniche. Rilievi non molto alti permettono una copertura boschiva quasi totale e la conformazione geologica consente una circolazione delle acque impressionante con cascate e sorgenti praticamente ovunque… Boschi
antichi, dove l’uomo non mette mano da tempo, alberi secolari, natura pressoché incontaminata con aree a tutela integrale interdette anche al transito pedestre fanno di questi luoghi la concretizzazione del bosco letto nelle favole. La mente si libera dei pensieri e i sensi ritornano primordiali… Si annusa l’aria e si percepisce intenso l’odore delle foglie cadute, dei funghi copiosi, della resina di immensi abeti… si ascolta il roboare delle cascate imponenti, il vento tra le fronde e gli animali del bosco che ci guardano nascosti ma, qui, senza paura… si tocca la corteccia liscia di un faggio, la superficie di un torrente cristallino… ma soprattutto si
guarda. Gli occhi si riempiono di colori e forme, rocce e acqua, spazi
che si aprono all’improvviso. Si, il Casentino è tutto questo e molto di più. Il nostro percorso è stato breve ma intenso, con uno sviluppo di 7km e un dislivello di circa 600mt che va dal passo dei Fangacci e arriva, passando per gli Scalandrini, fino a La Lama e ritorno. Si lasciano le macchine nello slargo di fronte al rifugio a 1228mt e si segue l’evidente e abbastanza ben segnato sentiero 227 o degli Scalandrini. All’inizio il sentiero procede in lieve discesa attraverso un bosco misto di faggi, abeti, aceri e lecci costeggiando il ruscello che, nello scendere, acquista forza e portata. Si attraversano alcuni ponticelli in legno molto suggestivi e si comincia a scendere
in maggior pendenza. Improvvisamente si ode un rimestare di acque possente e si intravede una cascata maestosa che cade per oltre
100mt frazionata su svariati salti: la cascata degli Scalandrini appunto che si costeggia sul lato destro idrografico fino alla sua base utilizzando delle scale in pietra. Si incrocia il sentiero 229 che ci porterà in breve e con poca discesa fino allo spiazzo pratoso de La Lama. Qui sorgono svariati edifici, alcuni abbandonati, altri usati dalla forestale e un rifugetto sempre aperto, fornito di camino e panche, buono in caso di cattivo tempo. Vi è anche una piccola chiesetta e la presenza di una fontanella. Il terreno, a parte alcuni prati, è intriso d’acqua poiché il piano rallenta lo scorrere dei torrenti che quindi allargano
il loro letto. E’ un posto fuori dal tempo, strano, quasi irreale, al quale si accede solo mediante sentieri o con una strada di servizio della forestale. Al ritorno, riprese le vetture ai Fangacci, il nostro “capospedizione” ci ha portato alla degna conclusione della giornata: Schiacciata e vino rosso!!! Splendido locale e meraviglioso cibo con schiacciata, affettati di cervo, cinghiale… funghi porcini fritti, un rosso che spacca… Bella escursione. Grazie capo Giorgia! E grazie a tutti i partecipanti che con la loro simpatia hanno reso ancor più speciale l’avventura!!!