Altra tappa del nostro breve tour della Basilicata è stato il Parco Nazionale del Pollino. A cavallo tra la Basilicata e la Calabria, il Parco del Pollino è il più vasto d’Italia. Non starò a descrivervi il parco in quanto di descrizioni ve ne sono centinaia, ma come al solito vi proporrò le nostre esperienze e sensazioni. Come già detto in un precedente articolo, per arrivare al punto scelto per l’inizio del trekking sbagliammo strada, cosa che ci portò a intravedere uno dei posti più suggestivi: le Gole del Raganello. Arrivati al colle dell’Impiso ci siamo messi in marcia con notevole ritardo ma tant’è… Avevo solo uno stralcio di una cartina topografica e alcuni punti di riferimento. Prima di tutto raggiungere il Colle Gaudolino, dove, da alcune foto, avevo intravisto una fonte, poi avremmo seguito il sentiero che costeggia il lato est del Monte Pollino fino al Piano di Toscano e, risalito il Canale di Malevento avremmo raggiunto l’omonimo colle e da qui saremmo dovuti giungere in vetta al Monte Dolcedorme… Ma, come capita spesso, i piani non combaciano con la realtà. Vuoi per la partenza in ritardo, vuoi per la mia scarsa forma fisica dopo soli quattro mesi dall’intervento di protesi d’anca, siamo riusciti ad arrivare “solo” al Colle di Malevento… Alla fine “solo” 16 km… Il dislivello non è esagerato ma quello che spezza un pochino sono i continui “vuoti a perdere” ovvero i saliscendi che certo non aiutano la salita. Comunque i posti sono magnifici. Si attraversano faggete e prati solcati da ruscelli cristallini, boschi fittissimi che si aprono su radure da sogno. La prima radura che abbiamo incontrato è stata il Piano Vacquarro, stracarico di acque e ruscelli. Da qui potevamo seguire direttamente per il Piano di Toscano ma ormai volevo vedere il Colle Gaudolino e prendemmo la strada più lunga. Seguimmo il Valloncello di Viggianello fino alla sorgente Spezzavummola e da qui in breve giungemmo al passo Gaudolino. Ohhhh… ora voglio la sorgente che sono sicuro non era la Spezzavummola… ma dov’è??? Non la vedo. Boh mi sarò sbagliato ma mi sa strano…(100 mt più in la. bastava svalicare…) Va beh. Continuiamo ora per il Piano di Toscano facendo il periplo del Monte Pollino che ci sovrasta e, dopo un ulteriore vuoto a perdere, ci si apre una bellezza unica: Un piano, probabilmente un antico lago visti i diversi inghiottitoi, usato ora come pascolo di bovini ed equini… a perdita d’occhio. Alcuni piccoli laghetti usati dagli animali per abbeverarsi e giocare nel fango… Costeggiamo il bordo del Piano fino ad arrivare dall’altra parte e cominciamo a risalire il Canale di Malevento. Qui brucio le mie ultime energie ed arrivo al Colle di Malevento “leggermente” esausto. Una pianta mi fa da riparo e mi stendo a riposare ammirando una delle bellezze del Pollino: i pini loricati che qui hanno trovato il loro habitat naturale, mentre Nicola e Giorgia continuano per un tratto salendo verso il Dolcedorme. Dopo un po’ anche Nicola mi fa compagnia. Invece la Giorgia… niente. Non si ferma. Ha energia da far paura. Perlustra l’area e dopo poco sento il suono di un campanaccio per mucche… Per terra, abbandonato, ancora chiuso… Non è un bel segno. Ripartiamo per il ritorno e riattraversiamo il Piano di Toscano ora libero dagli animali che sono saliti più in alto, cosa che ci consente di prendere la via più breve attraversando il centro della piana. Ossa… Dapprima sparse e rade, poi… La carcassa spolpata di una mucca. Sembra di essere nel vecchio west o, se non fosse per il verde acceso, in un deserto… Da qui ora seguiamo non più per il Colle Gaudolino bensì direttamente per il Vacquarro basso. In discesa vado ancora bene ma sento che non ho più tanto carburante nelle gambe. Attraversato il Vacquerro ci aspetta l’ultima salita fino all’Impiso, salita che faccio piano e con molte soste. Finalmente alla macchina. Ma qui ci troviamo la sorpresa… No, niente danni o roba del genere ma una bella sorpresa! Arriva un furgoncino e si ferma. Parcheggia e scende un signore e sua moglie chiedendo se fossimo noi i turisti che li avevano chiamati. No, non siamo noi ma poco importa. Apre il furgoncino e comincia a tirare fuori formaggi e salumi di sua produzione e ci invita all’assaggio… Che meraviglia… E’ il momento di fare spesa. Altro che formaggi e salumi industriali. Un formaggio stagionato di pecora che è le sette bellezze (e bontà). Poi partiamo per tornare al campeggio sul mare a Scanzano Jonico con il sole che lentamente tramonta nei cieli della Lucania… Sicuramente torneremo. Promesso caro Pollino.