Solo un’avanscoperta. Ho voluto addentrarmi in questa gola solo per
un assaggio conoscendo da tempo la maestosità e le difficoltà della Majella. Chiunque si cimenti con questo massiccio deve tenere bene a mente la vastità del comprensorio e la sua conformazione che porta l’escursionista a dover percorrere lunghissimi sentieri e dislivelli spesso inarrivabili ai più. Ad esempio, il sentiero che ho percorso solo in parte inizia da Fara san Martino (CH) a 450 mt slm e termina sul Monte Amaro a 2798 mt… Sono dislivelli importanti e vanno presi con le dovute cautele. Come anche la
carenza di acqua in quota. Se si può, meglio preventivare un trekking
di più giorni per apprezzare questo immenso massiccio come già fatto da me in questo post ad esempio. Ma torniamo al trekking recente. Una sorpresona per me e Giuseppe (Pino) che mi ha accompagnato in questa uscita.. Non immaginavo nemmeno lontanamente una bellezza simile. Per merito della bassa quota di partenza si attraversano ambienti totalmente differenti, dalla macchia mediterranea alle faggete di quota e, più su, a paesaggi lunari. Si parte dal paese di Fara san Martino (CH) in provincia di Chieti, rinomato per i suoi pastifici che beneficiano della
purezza delle acque proprio di questa valle. Si seguono i cartelli stradali
per l’Eremo di san Martino e si parcheggia in un piazzale non asfaltato poco prima di una sbarra. Appena inoltrati troviamo i cartelli informativi sul parco e sulla gola e mi cade l’occhio su uno in particolare: Vie d’arrampicata! Incredibile… svariati settori e centinaia di vie… una palestra immensa e ben attrezzata. Continuando il sentiero si costeggiano le pareti dove i climbers si esercitano… se avessi l’imbrago… Andiamo avanti va.. Si arriva in breve ad un bel anfiteatro di roccia e da distante per un attimo
sembra completamente chiuso… ma, in fondo, sulla sinistra si vede un
muretto e una stretta fenditura… Chi di voi ha visto, anche in qualche documentario, l’ingresso di Petra in quella gola stretta? La sensazione è quella. Più corta ma suggestiva. Si sente di procedere in un ambiente segreto. Infatti poco dopo la gola si allarga, si apre una radura ed ecco la meraviglia: l’eremo! Abbandonato, ormai ridotto a ruderi ma restaurato e consolidato. E’ un posto magico. Se ne intravedono le propaggini che entrano nella roccia. Ora continuiamo per il sentiero che si addentra nella
valle e raggiungiamo ben presto una sorgente e un posto sosta. Da qui la
salita si fa più impervia ma si continua per rocce e comodo sentiero fino ad un canyon largo una cinquantina di metri che crea una S nella roccia a strapiombo con un fondo piatto ed erboso da sembrare finto… La Majella… da qualunque posto parti il risultato è sempre quello: più sali e più ti si aprono viste su cime sempre più alte… sembra dirti: non mi raggiungerai mai… Chi si scoraggia si ferma e torna indietro, chi osa
sarà ripagato con paesaggi ad ogni curva, ad ogni cresta raggiunta, con la certezza di un nuovo orizzonte ad ogni passo. Si raggiunge così un
altro punto sosta già in mezzo ai faggi e dopo una rifocillata veloce e quattro chiacchiere con altri escursionisti simpaticissimi decidiamo di continuare e raggiungere quota 1100 dove si biforca la valle in due valloni laterali. Mentre saliamo attraversiamo uno sfasciame di alberi che riempie la valle, segno di una passata valanga e monito della potenza della natura. La cosa strana è che non proviene dalla valle stessa ma dalla parete laterale, da una valle sospesa in alto. La potenza della valanga ha pulito i calcari
talmente bene da farli risplendere di un bianco vivo… La corsa della valanga si vede anche da satellite su Google Earth… Finalmente alla Bocca dei Valloni. Pochi chilometri ma un buon dislivello. E pensare che siamo lontanissimi dalle cime… Ma come avanscoperta sono soddisfatto. Metto il segno virtuale in questo posto e tornerò per continuare questa infinita avventura che è la Majella. Foto: Marco Fraternali